ASMA
L’asma è una malattia infiammatoria delle vie bronchiali, caratterizzata da tre elementi: l’infiammazione cronica delle vie aeree (presente anche negli asmatici lievi e anche negli intervalli liberi da sintomi), l’iperreattività bronchiale (cioè la tendenza a sviluppare broncospasmo anche per stimoli inefficaci nel soggetto normale, come l’attività fisica o le infezioni) e la reversibilità dell’ostruzione, spontaneamente o dopo trattamento.
La diagnosi di asma non è sempre agevole ed è basata soprattutto su una accurata anamnesi e su un attento esame clinico. L’esame più importante per confermare per un sospetto di asma è rappresentato dalla spirometria. La spirometria può essere eseguita, in bambini sufficientemente collaboranti, già dai 4 anni di vita e talvolta anche prima.
I test allergologici cutanei (prick test) sono attendibili a qualunque età; essi servono a identificare l’allergene in grado di favorire l’insorgenza dei sintomi e attuare, pertanto, una adeguata prevenzione ambientale. Essi consentono inoltre di avviare quando possibile una terapia desensibilizzante per l'allergene specifico. Nel bambino in età prescolare, inoltre, servono a predire la risposta alla terapia preventiva con cortisonici inalatori. Solo in casi selezionati può essere utile ricercare le IgE specifiche per allergeni (cosiddetto RAST), test questo solitamente di seconda scelta rispetto ai test cutanei.
La terapia dell’asma è rappresentata in fase acuta dai broncodilatatori (dei quali il più utilizzato è il salbutamolo) somministrati per via inalatoria, oltre che dai cortisonici orali. Al di fuori delle riacutizzazioni, è importante l'utilizzo di farmaci preventivi con attività antinfiammatoria (cortisonici inalatori o antagonisti leucotrienici) in grado di prevenire l'insorgenza dei sintomi. Nell’asma grave oggi si dispone di terapie innovative (cosiddetti “biologici”) in grado di contrastare in molto specifico l’infiammazione bronchiale. Tali terapie sono solitamente ben tollerate e quasi sempre prive di effetti collaterali ma, anche in considerazione del costo, vanno riservate a casi selezionati. In alcuni casi, dopo i 4 - 5 anni, può essere utile la terapia desensibilizzante (il c.d. “vaccino”) da riservarsi ai casi in cui i sintomi sono strettamente correlati con la esposizione alla sostanza (pollini, acari della polvere, pelo di animali) a cui il paziente risulta allergico. Tale terapia si propone di ottenere una scomparsa o almeno una attenuazione definitiva dei sintomi.